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Triangle


Fa caldo. Troppo. I temporali notturni che battono sul tetto della mansarda mi tengono sveglia, le notti in bianco si accumulano e la mattina portano un bel mal di testa. Devo studiare. La tranquillità della campagna ha l'inconveniente delle mosche. Ho questa sensazione di essere in trappola, bloccata dal mio stesso rancore che mi rende incapace di agire.
Forse l'arte di lasciare andare le cose è quella più difficile, non pensarci più per davvero, restare se stessi. Una volta mia zia mi ha raccontato una sua teoria: bisogna immaginare un triangolo, ai tre vertici ci sono i tre eccessi che ci impediscono di vivere serenamente i rapporti con gli altri, salvatore, carnefice e vittima. Al centro c'è l'equilibrio. Io dove mi trovo? In un punto impreciso sul lato che congiunge la vittima il carnefice, ho fatto della mia vita un viaggio che, invece di mirare al centro, mi ha portata dal vertice della vittima a quella del carnefice.
Lasciare andare ciò che mi imprigiona corrisponde all'abbandonare alcune persone che ci sono da tanto. Ma tenersi vicino qualcuno per paura della solitudine, per paura del cambiamento non è mai sano.

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